Festa dei nonni

LA DIDATTICA DELLA STORIA NELLA SCUOLA PRIMARIA

 Quando progettiamo un curricolo di storia , ci troviamo di fronte a obiettivi generali strettamente legati fra loro, quali la formazione di competenze di base e la formazione del primo sapere storico dei nostri alunni.

Per competenze di base intendiamo la padronanza di categorie spazio temporali necessarie per l’organizzazione e  l’analisi delle informazioni sul presente e sul passato   , la costruzione di strumenti cognitivi e di capacità operative di base, la motivazione al “sapere storico”, alla conoscenza e alla comprensione dei fatti del presente e del passato.

Per primo sapere storico intendiamo un sapere di “ conoscenze significative” adatto alla possibilità di comprensione dei bambini e capace di costruire la base per l’integrazione di altre conoscenze da comprendere e apprendere  nella scuola secondaria di primo grado.

La storia deve servire agli alunni principalmente a orientarsi nella complessità dei fatti storico-sociali, a saperli problematizzare ed esaminare secondo una pluralità di punti di vista: insomma a “ imparare a pensare” secondo le categorie storico-sociali.

Questo approfondimento non avviene nel vuoto, in astratto, ma dentro i contenuti storici, utilizzando il manuale, i documenti, le pagine di storiografia e gli altri strumenti didattici, però in una logica diversa da quella tradizionale: non solo per “ imparare i fatti” ma anche per “ imparare a fare “ una serie di operazioni mentali.

L’insegnamento della storia nella scuola primaria, ha conosciuto sostanzialmente tre fasi:

- la prima è stata caratterizzata da un insegnamento che riduceva la storia a un  racconto di episodi e aneddoti, anche simpatici e seducenti, ma che con la “ grammatica della storia” avevano poco da spartire perché la scelta degli episodi e  degli aneddoti  era ideologicamente orientata.

-  la seconda fase è stata quella di eliminare la storia “aneddotica” ed “episodica”  e di fornire un itinerario storico coerente .

-  la terza è quella che è stata fatta propria dai programmi del 1985 dove si è cercato di mettere insieme due esigenze importanti: rispettare da un lato l’epistemologia della disciplina e dall’altro le modalità di apprendimento dei bambini e delle bambine.  

Il testo dei programmi tuttavia non ha prodotto sempre gli effetti sperati. I concetti di “ fatto storico” , “tempo storico”, “ analisi del documento”, “cronologia” , “ periodizzazione “ sono si entrati nella didattica e nei libri di testo, ma la loro presenza non è costante.

Oggi il bambino nella scuola primaria deve essere messo nelle condizioni di essere un “ Piccolo storico”, essere invitato a riflettere su un certo documento, a porsi e a porre delle domande che possono dare avvio a un discorso storico, naturalmente in una situazione protetta e cioè con tutta la necessaria assistenza dell’insegnante.

Il quale può poi integrare questi ragionamenti con interventi narrativi che possono essere di introduzione, di collegamento, di completamento.

Insomma attraverso l’analisi ragionata di documenti significativi e la sua integrazione narrativa il bambino può giungere a conoscere un quadro di civiltà.

La riforma Moratti presenta un programma storico diluito  fra scuola primaria e secondaria di primo grado ; evitandone così la ripetizione , a parer mio è  un passo positivo ; l’alunno ha così la possibilità di essere davvero un “ piccolo storico “ di analizzare cause e conseguenze  dei fatti , di “ragionare di storia “.

Una storia per argomenti : dove sia possibile , partendo da problematiche attuali confrontarsi nel passato in un continuo scambio ( passato-presente ) per offrire  al bambino una visione  storica generale.

- IL PRESENTE

- DAL PASSATO AL PRESENTE ( è un momento importante che serve a motivare lo studio del passato)

- IL PASSATO

- RITORNO AL PRESENTE ( serve per riflettere sul miglioramento della comprensione del presente raggiunto attraverso la conoscenza costruita).

 

 

 

 

 

HomeA scuola con i nonniScuola primariaScuola secondaria